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Nel cuore dell’America dove si beve un buon caffè

C’era una volta il beverone. Si chiamava caffè americano. Litri e litri d’acqua lavavano un chicco macinato (di dubbia qualità) e restituivano una bevanda dal sapore incerto. Chiunque abbia viaggiato attraverso gli Stati Uniti e alloggiato nei classici motel, magari lungo la leggendaria Route 66, se li ricorda bene. In ogni camera se ne trova uno.

È incluso nel prezzo. Si riempie con l’acqua del lavandino del bagno e si accende la macchina. In pochi secondi il bollitore manda in temperatura l’acqua che filtra attraverso il macinato e l’enorme tazza si riempie. Il sapore è quello che è, ma il gusto serve a dare una bella svegliata.

Poi si salta in sella alla moto (oppure in macchina) e si prosegue il viaggio. Panorami sterminati, strade lunghissime e completamente dritte. Poche auto in giro. Musica country accesa e il viaggio on-the-road è servito. Dopo lunghe ore e tante miglia ci si ferma al successivo motel nella cittadina di passaggio. Il ristorantino solitamente serve le costine con salsa barbecue e la cameriera passa incessantemente a chiedere se va tutto bene e a riempiere il bicchiere.

Pagato il conto (con tanto di iva da aggiungere) si ritorna in camera e ci si sdraia sul letto a vedere la televisione in attesa di assopirsi e di ricominciare la giornata. Sveglia, beverone e altre miglia da percorrere, altri panorami mozzafiato e solita routine alla sera, tra cameriere in divisa, costine speciali e motel rustici.

Eppure qualcosa è cambiato negli ultimi anni. Non che questo particolare stravolga il viaggio on-the-road, però è sicuramente un particolare curioso e piacevole. Nel cuore dell’America, specialmente nel mid-west e attraverso la Bible belt, laddove i cambiamenti sono sempre difficili e le tradizioni persistono nel corso degli anni, i motel stanno sostituendo i bollitori di caffè in camera.

Negli USA le modifiche alle abitudini sono lente e solitamente cominciano dalle coste. È là che ci sono maggiori influenze straniere, mentre nel deep-south e in quello che viene ironicamente definito in-the-middle-of-nowhere tutto procede a rallentatore. Vedere però che le macchinette non ci sono più fa un certo effetto. I tempi cambiano e nel 2017 è giusto dare un aggiornamento anche agli usi e costumi dei visitatori.

D’altronde sono i turisti che rendono ricchi questi posti, altrimenti l’economica locale farebbe fatica. Ecco quindi che i proprietari si sono aggiornati e in camera si trovano le macchinette con le capsule da inserire. I modelli sono i più disparati e non sempre si trova la marca esatta. Per lo più si tratta di cialde caffè compatibili che vanno bene su qualunque macchina.

Utilizzano molto marche italiane e amano con passione la Vergnano: la ritengono la migliore in commercio ed anche quella con le capsule del caffè più facilmente sfruttabili. Alzarsi al mattino e sentire l’aroma di caffè rende il risveglio più gradevole. “Caffè espresso for you” dicono in reception in un misto di inglese e italiano e mostrano un sorriso gigantesco, fieri della novità.

Poi si ricomincia. Auto, macchine, paesaggi pazzeschi. Strade infinite. Chi è passato nelle zone del Kansas, dove viveva Dorothy del mago di Oz, sa quanto sconfinata possa essere la natura. Solo pianura, sconfinata e immutabile. Ovunque si guardi non c’è traccia di monti o colline. Chi vive in quelle zone potrebbe davvero pensare che la terra sia piatta. La cameriera del ristorante racconta un detto che gira da quelle parti: “Here in Kansas, you can watch your dog run away for three days”.

È un altro mondo, ma d’altronde si viaggia per scoprire nuovi posti e nuove culture. Senza avventure di questo genere, non sarebbe mai stato possibile pensare che la terra fosse davvero piatta. Vale la pena di fare questo viaggio almeno una volta nella vita.